Dopo gli eventi culturali che hanno visto protagonisti gli scrittori Mimmo Gangemi e Annarosa Macrì, “Libri in Villa” apre adesso una finestra sul mondo della scuola, offrendo agli studenti del Liceo Classico “Bernardino Telesio”, del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” e del Polo Tecnico Scientifico “Brutium” di Cosenza l’opportunità di incontrare Nuccio Ordine, professore ordinario di Letteratura italiana all’Università della Calabria. Al giovane uditorio dei tre istituti cittadini, il professor Ordine, considerato uno degli intellettuali italiani più apprezzati al mondo, parlerà del suo libro “Gli uomini non sono un’isola” – I classici ci aiutano a vivere -, pubblicato da La Nave di Teseo. Il punto di partenza dell’opera è la famosa e commovente meditazione di John Donne, cui si ispira il titolo del volume: “Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso; ciascuno è un pezzo del continente, una parte dell’oceano. Se una zolla di terra viene portata via dal mare, l’Europa ne è diminuita…; la morte di qualsiasi uomo mi diminuisce, perché sono preso dall’umanità, e perciò non mandar mai a chiedere per chi suona la campana; essa suona per te”. Prendendo le mosse dalle parole di Donne, Nuccio Ordine arricchisce la sua “biblioteca ideale” invitandoci a leggere (e a rileggere) altre meravigliose pagine della letteratura mondiale. Convinto che una brillante citazione possa sollecitare la curiosità dei lettori e incoraggiarli a impossessarsi dell’opera intera, Ordine prosegue la sua battaglia a favore dei classici, mostrando come la letteratura sia fondamentale per rendere l’umanità più solidale e più umana. < In un’epoca segnata da brutali egoismi >, spiega, < dalla ripresa dei razzismi e dell’antisemitismo, dalle terribili disuguaglianze economiche e sociali, dalla paura dello “straniero”, il libro invita a capire che “vivere per gli altri” è un’opportunità per dare un senso forte alla nostra vita >. Sulla scia di L’utilità dell’inutile (tradotto in 32 Paesi) e di Classici per la vita (tradotto in 6 lingue), questo volume è un inno a ciò che nella nostra società viene considerato ingiustamente “inutile” perché non produce profitto.
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