Quindici anni di storia politica dell’Università italiana sono passati al setaccio per analizzare con amara ironia, ma estremo rigore metodologico, come un groviglio di interventi normativi e regolamentari ispirati da un vento proveniente da Nord abbia creato le condizioni per un inevitabile declino delle Università del Mezzogiorno.
Artece un percorso riformatore costruito all’insegna di meritocrazia ed ecienza, declinate su realtà infondate o mal interpretate. Il tutto all’insegna di un liberismo
anomalo nel quale i vincenti sono stati scelti a monte e nel quale il Nord si è organizzato un bel regalo – cioè un’università più grande e più bella – che ha fatto pagare quasi totalmente al Sud, così come il Vincenzo di Massimo Troisi in Ricomincio da Tre fa pagare al fratello, praticamente per intero, il televisore da regalare a mammà. Con una brillante metafora, paradossale e controintuitiva, l’Autore dimostra cioè che nella recente storia universitaria italiana è stato rovesciato il principio di fraternità-equità che è alla base della sana e umana relazione ricco-povero che Troisi aveva magistralmente interpretato. Sia l’Autore – sia Adriano Giannola nella sua acuta prefazione – sottolineano l’urgenza di una tempestiva vigilanza da parte di un Parlamento nora colpevolmente disattento, al ne di porre immediato rimedio alle gravi iniquità che stanno determinando una nuova emigrazione forzata che rischia di determinare ulteriori penalizzazioni, se non un irreversibile declino, delle regioni del Mezzogiorno.
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