Descrizione Progetto
L’Osservatorio sull’innovazione sociale nasce per stimolare la discussione, l’analisi e la formulazione di proposte di ricerca a partire dalla realtà territoriale meridionale come scenario di innovazione sociale. Il Sud, tutt’altro che realtà statica sempre uguale a sé stessa, rappresenta uno luogo di trasformazione e di fermento, pur all’interno di vincoli che, di queste trasformazioni, limitano la portata o distorcono la direzione. Siamo allora convinti della necessità di leggere e di mappare queste dinamiche secondo nuove categorie analitiche e a partire dalla critica di quelle preesistenti, spesso costruite su una logica che tende a non vedere specificità e potenzialità virtuose perché tarate su altri contesti e altri modelli distanti da quello meridionale.Contribuire alla costruzione di nuovi categorie analitiche significa anche cogliere la portata e la pericolosità di quegli impedimenti e contraddizioni, guardarli cioè sotto quella nuova luce che li rende potenzialmente aggredibili valorizzando e opponendo pratiche virtuose. Quegli stessi impedimenti che una pubblicistica stucchevole presenta come retaggi atavici e di fronte ai quali non resta che la rassegnazione. A partire da questa prospettiva, l’attenzione per l’innovazione sociale si declina in due modi. Da un lato, l’Osservatorio intende cogliere la portata delle trasformazioni rilevanti in campo economico, istituzionale, sociale e individuale, consapevoli del carattere multidimensionale che questi processi assumono. Dall’altra, si tratta di valutare e valorizzare le esperienze di innovazione sociale intese come – prendendo a prestito la definizione data dalla Commissione Europea – l’insieme di quelle “nuove idee (prodotti, servizi, modelli) che incontrano bisogni sociali in maniera più efficace delle alternative e allo stesso tempo creano nuove relazioni sociali o nuove collaborazioni”.Questo duplice approccio tiene insieme le esigenze di analisi di una realtà complessa con la necessità di individuare percorsi di valorizzazione sociale di ciò che accade sul territorio e che troppo spesso sfugge alle analisi ufficiali. L’analisi e la costruzione dei percorsi virtuosi di innovazione sociale insieme a una serrata indagine delle contraddizioni e degli impedimenti che ne limitano la portata permette di aggirare due tranelli di fronte ai quali troppi sforzi intellettuali, più o meno analitici, cadono. Il primo è quello della lettura statica del Meridione in particolare e dei Sud in generale, che non apre a prospettive di cambiamento di fatto contribuendo alla riproduzione della logica della marginalità. L’altro, di natura opposta ma costruito con la stessa vecchia sostanza, è quello della attribuzione dei mali del Sud a logiche esterne secondo tesi di un comodo rivendicazionismo che di fatto è incapace di mettere in discussione i termini della subalternità.Proprio in questa logica, l’Osservatorio propone uno sguardo “stellare” sul mondo. I fenomeni di cambiamento sociale vanno letti secondo una pluralità di direttrici, a partire, naturalmente da quella che intercetta la rete di relazioni che ci legano alle realtà più centrali e “sviluppate” – dove tipicamente si definiscono relazioni economiche, politiche e culturali. Tuttavia, oltre che da Sud a Nord, il nostro sguardo si propone di cogliere la rete di relazioni che va da Gibilterra, la Spagna e il Marocco alla Siria, il Libano e Israele. Si tratta di cogliere anche una specificità mediterranea della nostra posizione geografica, sociale e culturale. Come scriveva Fernand Braudel si tratta del Mare interno “cosparso di isole, dalle coste intagliate da innumerevoli rade, culle di marinai, che invitano ai viaggi e agli scambi”. Questo sguardo arricchito permette di aggirare in maniera virtuosa un’altra trappola, quella della periferizzazione rispetto a un Nord e a un centro che cessano di essere misura e modello esclusivo di quanto accade nel Meridione: una limitatezza dello sguardo che costringe a un costante inseguimento di una meta che sembra farsi sempre più lontana. Tutt’altro che in fuga dalle direttrici classiche della modernità, il Sud può rivendicare il ruolo che la terra, il mare e l’aria gli hanno assegnato di mediazione tra mondi differenti, di ponte tra culture e modelli che reciprocamente possono arricchirsi. Questi ambiziosi obiettivi sono confortati dalla possibilità che l’Osservatorio ha di avvalersi delle risorse che il mondo dell’Università mette a disposizione, godendo di una vicinanza strategica in particolare con l’Università della Calabria, disponendo quindi della possibilità di attingere a contesti di ricerca, reti e gruppi, di dimensione internazionale ancorché consolidati sul territorio. L’Osservatorio valorizza percorsi di studio, riflessione e ricerca fortemente interdisciplinari nella consapevolezza che la complessità della realtà sociale, soprattutto quando l’attenzione è rivolta alle sue trasformazioni, non possa essere rinchiusa nei confini di una sola disciplina o prospettiva. L’Osservatorio è, quindi, particolarmente sensibile alle proposte di quei giovani ricercatori capaci di porsi al confine delle proprie discipline forti di uno sguardo che sappia arricchirsi di quello degli altri in percorsi di ricerca integrati.
Programmazione 2014
- La Calabria innova? Riflessioni a partire dalle esperienze degli incubatori di impresa
- I diritti in una terra difficile
- I costi sociali della marginalità e della dispersione scolastica a Cosenza
- Dove si discute della cosa pubblica? Gli spazi pubblici a Cosenza: costruzione del consenso, socievolezza e forme di azione civile
- Politica e appartenenza: vizi e virtù a partire dal caso cosentino
- Criminalità, legalità e sviluppo
- Comunicare la Calabria: alla ricerca di nuove direttrici della comunicazione
- Neo-liberismo e globalizzazione dal Meridione al Mediterraneo: frontiere, confini e diritti